lunedì 20 giugno 2011

MICRO-PRODUZIONI

La mia unica (per ora) pianta di rose da sciroppo ha prodotto per la prima volta delle bellissime e profumatissime rose. Erano proprio poche, 16 in tutto tra aperte e mini boccioli che non avrei fatto in tempo a raccogliere e che quindi ho tolto, però mi hanno dato una soddisfazione enorme.
Il loro peso era davvero ridicolo, ma l'immensa gioia della prima mini fioritura mi ha convinto comunque a fare lo sciroppo.
Le dosi che metto sotto sono quelle canoniche per un litro di acqua, io ho lavorato con 150 ml, pratcamente delle dosi da puffi.
La "mise en place" della foto è stata creata da mia figlia che ha fatto anche il disegno al volo per l'occasione. Grazie Camilla!!


INGREDIENTI

300 g di petali di rose da sciroppo non trattati
1 l acqua
1 kg zucchero

Far bollire l'acqua, appena bolle spegnere e mettere i petali in infusione. Lasciare riposare per 24 ore.
Togliere i petali e strizzarli bene, nel caso ci fossero impurità, filtrare con un torcione o un telo (bianco e non passato in ammorbidente). Aggiungere all'acqua lo zucchero, mettere sul fuoco e portare ad ebollizione molto rapidamente, appena bolle abbassare la fiamma e far sobbollire per 10 minuti. Far raffreddare ed imbottigliare.

lunedì 13 giugno 2011

CI VUOLE PAZIENZA

Sì esatto, ci vuole tanta pazienza, quando l'età avanza è l'unica cosa che si deve fare: portare pazienza perchè i dolori prima o poi cominciano. E infatti ho iniziato un mese fa con il mal di schiena, poi si è un po' ridimensionato il dolore e da una settimana è di nuovo molto fastidioso, tanto fastidioso che non mi permette di cucinare niente, dopo dieci minuti che sono in piedi ai fornelli mi devo sedere (esatto, come i vecchi...) e aspettare che passi.
Tra le poche cose che ieri sono riuscito a fare è stata la foto ad una margherita con un insetto metallizzato bellissimo. Niente di culinariamente interessante, ma nell'attesa che mi passino i dolori e che possa ricominciare a preparare tutti i piatti che ho in testa, mi rilasso con la natura...

lunedì 6 giugno 2011

C'ERO ANCHE IO!!

Per l'edizione di Slow Fish di quest'anno ho avuto il piacere di partecipare come esecutore di un piatto, il sushi alla genovese, per un laboratorio del gusto . L'idea è degli chef Fabio Fauraz e Makoto Moriyama, una pensata molto divertente per questo piatto che mi piace definire nippo-genovese.
Il bello di questa preparazione è l'abbinamento delle due cucine, è un piatto "fushion" a tutti gli effetti e la cosa sorprendente nell'assaggio è stata la velocità con cui i sapori si fondono in bocca e scivolano via lasciando un bel sorriso compiaciuto sul volto di chi lo ha provato.
Nella foto, partendo da quello in primo piano abbiamo un "nasello al verde", quindi una "tracina in buridda" e l'ultimo è una "buga in carpione". Il nasello ha una glassa al prezzemolo sopra e un'aria all'aglio, la tracina è glassata con la buridda e un cucchiaino di uova delle tracine, marinate in olio extra vergine di oliva. La buga è glassata all'aceto, ha poi sopra delle cipolle stufate e la polvere della sua pelle fritta.
La parte giapponese del piatto è un nigiri sushi, fatto con riso giapponese lavato, cotto e raffreddato/lavorato con l'aceto di riso. Il pesce è stato sfilettato, spinato e tagliato ma non è stato messo il wasabi per non coprire troppo gli altri sapori.